Atto Primo : Il Prezzo Del Sangue

La mattina del primo Ottobre 1888 Will Strason usci dalla Porta della carrozza, stava ancora piovendo... Mentre si diresse verso la banca di Westminster ad alcuni metri da dove s'era fermata la sua carrozza, Will approfitto di un giovane vednditore di giornali per informarsi...

Proprio il giorno prima erano stati commessi altri due omicidi! Mentre pensava al fatto di quanto fosse vicino al luogo di quei crimini un brivido ghiacciato corse giu dalla schiena di will che, tirando su il collo della sua giacca affretto il passo.

Una volta dentro alla banca Will incomincio a dirigersi verso il suo posto di lavoro, come ogni lunedi la banca era piena di gente che faceva tutte le sorte di transazioni dalle piu semplici alle piu illegali... Mentre pensava a queste cose Herbert Thorvald si avvicino a lui con un passo rapido, si vedeva nei suoi occhi che andava di fretta e che non avrebbe badato a convenievoli...

" Ah! Will! Ti Stavo Giusto cercando! Ma dove ti eri cacciato! Comunque non importa, ce il capo che ti vuole vedere nel suo ufficio!"

Prima di scomparire nella folla di clienti, Herbert aggiunse " Subito! "

Mentre Will ricostruiva quello che era appena sucesso gaurdo la porta del direttore della banca in fondo alla stanza, le grosse lettere d'oro sulla porta che leggevano Jonathan Moore non lasciavano alcun dubbio sull'iportanza ed il potere del personaggio dietro di essa..

Will non si sentiva proprio a suo agio: quegli omicidi, e ora doveva anche andare dal direttore... chissà perchè....
Asciugandosi le mani dal sudore Will bussò timidamente alla porta, aspettando un "avanti!" ma sperando con tutto il cuore di non sentire quella parola... magari erano brutte notizie....

dopo alcuni istanti una voce forte e decisa grido da dietro la porta

"Avanti!"

"speriamo che il capo non sia arrabbiato..." pensa Will mentre entra titubante nell'ufficio ripensando frettolosamente se avesse per caso fatto qualcosa di male...

Mentre Will apri la porta si ritrovo nell ufficio di Jonathan Moore, uno degli uomini piu potenti della citta, anche uno dei piu pericolosi.
L'ufficio era grande e decorato con buon gutso, in fondo alla sala, direttamente davanti alla porta, stava una grossa scrivania in legno. Dietro a questa scrivania Jonathan Moore si sedeva su una grande poltrona in cuoio nero.

Il signor Moore stava scrivendo qualche cosa in un grande libro, dopo un momento alzo lo sguardo e fece segno a Will di sedersi sulla sedia che stava davanti alla scrivania

"Ah! Will! Vieni, vieni a sederti...ti devo parlare."

La voce du Jonathan Moore era all immagine del suo fisico, forte e robusta, non lasciava il minimo dubbio sulla determinazione del uomo...

Mentre Will si avvicinava noto, non senza un fremito, che la luce che entrava nella stanza dalla grande finestra situata dietro a Jonathan Moore lo faceva sembrare ancora piu importante di quanto gia lasciasse intuire la sua statura.

"Buon giorno, Signor Moore". trepidando Will si siede sulla sedia che gli è stata indicata, chiedendosi come mai era stato chiamato...
dopo essersi seduto, cercando di nascondere la trepidazione, aspetta che il potente uomo davanti a lui gli spieghi il motivo della sua chiamata

Joanathan Moore guardò Will per un istante poi chisue il libro nel quale stava scrivendo e, togliengosi la sigaetta dalla bocca incominciò a parlare in modo lento e chiaro

"Mio caro will, immagino che tu ti stia chiedendo perché ti oh fatto convocare, perche proprio te? non e cosi?"

Il signor Moore si alzo dalla sua poltrona e si giro verso la vetrata dierto di lui, senza aspettare la risposta di Will continuò

"Vedi Will, tu sei un uomo inteligente, sicuramente avrai notato che alcune delle transazioni che avvengono in questa banca sono lontano dall essere delle transazioni, "rispettabili" per cosi dire...."

Jonathan Moore fece una pausa mentre aspettava che le sue parole fossero capite appieno dalla mente di Will, sicuramente quello non era il suo migliore impiegato , ne il suo piu inteligente...ma era quello di cui aveva bisogno adesso... Will se la sarebbe cavata perfettamente con quel lavoro, e la parte piu importante era che non avrebbe fatto troppe domande e sarebbe rimasto discreto...

Le labbra di Jonathan Moore si contrassero in un sorriso mentre guardava fuori dalla finestra...

imprecando tra sé immaginandosi cosa gli sarebbe toccato fare, Will non dice niente, aspettando che il capo continui a fare quel discorso, che probabilmente avrebbe cambiato la sua vita..... chissà se in meglio o in peggio...

Il signor Moore fece finta di ignorare le imprecazioni lanciate da Will, si giro e si riavvicino al tavolo senza sedersi, guardando dall'alto in basso il suo impiegato.

"e sovente in queste transazioni, l'essenziale, lo capirai benissimo, e riuscire a farle avvenire discretamente. Mi sono fatto capire bene? "

Thomas Moore ritorno a sedersi sulla poltrona nera.

"Comunque non e per fare una tale transazione che oh bisogno di te, oh degli uomini piu abili e con piu esperienza per queste cose. Invece oh bisogno di te giustappunto per porre fine a una di queste transazioni... Avrai sicuramente sentito della recentemente deceduta Elisabeth Stride..."

Il signor Moore si riaccese una sigaretta e poi continuo a parlare

"Beh, succede che la signorina Stride ere una nostra molto buona cliente. Pero alla sua morte sono rimasti molti buchi neri rispetto agli affari che conduceva con queta banca e questi buchi devono essere colmati. So con precisione che la signorina Stride manteneva un libro dei conti molto accurato, un libro rilegato in cuoio rosso. Se siete inteligente quanto credo avrete gia capito il vostro incarico, dovete recuperare quel libro e riportarmelo....Ovviamente capirete che sarebbe un fatto deplorevole che il nome della nostra banca venga connesso a questo macabro omicidio, quindi conto su di voi per mantenere la discrezione assoluta!"

Thomas Moore smise di parlare, era anche per quello che aveva scelto Will, nessuno lo avrebbe collegato alla banca, la maggior parte delle persone non si accorgevano nemmeno della sua esistenza!

" Ricordatevi comunque caro Will, io non sono un ingrato e sapro ricompensarvi giustamente per questo piccolo servizio...oh sentito che recentemente si sono liberati alcuni posti altolocati all interno della banca..."

emozionato, impaurito e speranzoso, Will disse: "B--Beh, signor Moore, cercherò di fare quanto possibile... potrei avere qualche informazione in più? intendo... non informazioni compromettenti, ma dati generali come l'abitazione, se vive da sola o altro..."

Jonathan Moore guardo Will un secondo poi colpi la sua sigaretta lasciando cadere alcune ceneri sul tavolo in legno...

"Quello che so che non e stato riportato su i giornali e poco, la povera signorina stride aveva delle relazioni con un certo Michael Kidney ma dubito che lui possa darti quel libro... Invece ti posso dare l'indirizzo al cuale viveva la povera signorina, se puo esserti utile oh anche sapute che il suo corpo e al obitorio di whitechapel per l'autopsia"

Jonathan Moore scrisse l'indirizzo su un foglio di carta cha strappo e diede a Will e poi riapri il grosso libro nel cualte stava scrivendo appena prima che Will enrasse e, prendendo una penna riincomincio a scrivere...

Mentre Will guardava il suo superiore lasio cadere gli occhi sul foglio di carta,

23 Providence Street, Whitechapel

non era un indirizzo che conosceva ma al contempo non poteva vantarsi di conoscere ongi angolo di Londra...

Will uscì, dopo aver salutato il superiore farfugliando, molto confuso. questo affare gli puzzava molto, e temeva inoltre per la sua stessa incolumità... ma non avrebbe mai disubbidito agli ordini del suo capo. per un attimo gli balenò in mente di rivelare tutto alla polizia, ma lasciò subito perdere l'idea. gli venne anche il dubbio se dovesse andare al lavoro o uscire a fare ciò che gli era stato ordinato, ma comprese quanto quel lavoro era importante e decise di andare.
tornò rapidamente a casa, indossò abiti che non destassero l'attenzione e uscì sperando di non tradire la sua eccitazione, dirigendosi all'indirizzo sul foglio che gli era stato dato.

Erano quasi le undici quando Will entro nel quartiere di whitechapel, la pioggia stava ancora cadendo esattamente come quella mattina rendendo il quartiere ancora piu lugubre di quanto lo era gia...

Si vedeva pocha gente in giro, indubbiamente il quartiere si popolava verso la sera, quando i marinai finivano i loro turni sulle barche... Qua e la alcune locande aprivano incominciando a servire pranzo ma il loro aspetto lasciava intendere che lo scopo vero per quei locali era tutt altro e si praticava durante la notte... Will si avvicinó all angolo di un palazzo e con difficolta riusci a leggere il nome della via...

Berner Street

non doveva esse molto lontano adesso da quanto ne sapeva...pero da quel punto le sue conoscenze si facevano parche, non aveva mai frequentato questo quartiere e per di piu con una pioggia cosi se cercava a casaccio era probabile che anche se avesse trovato la strada giusta non l'avrebbe notato...

" e ora che faccio???" il proposito di non destare sospetti, se avesse chiesto indicazioni per una via dove era stata uccisa una persona, di sicuro sarebbe crollato...
così Will chiede a un passante se conosceva la strada per quella via, ma non a quel numero: un numero un po' più in là, per sicurezza.

Will si avvicina ad un uomo che si sta riparando nel portone di una casa li vicino, dal vestito da marinaio del uomo Will capisce che questo deve essere un marinaio che non a ancora trovato lavoro oggi

alla domanda di Will il marinaio si volta verso di lui e sorride, mostrando una fila di denti giallastri....
" Providence street, ha, certo che so dove si trova bel giovane.... ma dico.... si sta avvicinando pranzo ed una strlina mi darebbe un buon pranzo...."

Il marinaio guarda will e fregandoo il pollice contro l'indice aggiunge
" tutte le informazioni hanno un prezzo, nevvero?"

Frugando tra le tasche Will prende una sterlina e la mette in mano al marinaio: " Ecco a te, buon uomo. Ora rispetta i patti: dimmi come arrivare a Providence street: sono in ritardo e con questa pioggia non riesco ad orientarmi

Il marinaio prende rapidamente la moneta dalla mano di will e dopo averla esaminata nella luce fioca del giorno se la mette nella tasca dei pantaloni poi guarda Will con un grande sorriso e indicando un lato della strada da le indicazioni

" Ha! ragazzino mio, providence street...non ne sei affatto lontano! Sali su in quella direzione prendi la prima a destra, e prendi ancora la prima a destra e ci sarai....per quanto riguarda il numero che cerchi credo che saprai trovarlo, no?"

Il marinaio torna a sedersi sui gradini del portico nel quale si sta riparando e mentre will si allontana gli grida dietro

" E fai attenzione ragazzo! Questo quartiere potrebbe essere non poco pericoloso!"

Il marinaio poi si lascia scappare una forte risata

Mentre will gira a destra sente le risate del marinaio attenuarsi, rapidamente Will individua Providence street e ci si incammina...

La strada e sporca e lugubre come tutte le strade del quartiere di whitechapel dopotutto, dopo aver cercato per alcuni momenti i numeri delle case Will trova con un po di fatica il numero 23, corrisponde ad un grosso palazzo, annerito dalla fuligine e sporco, molte delle finestre sono rotte o addirittura inesistenti, davanti a Will ce un grande portone in legno nero socchiuso da dietro al portone sopraggiunge alle orecchie di will una piccola cantilena cantata a voce troppo bassa per lasciare determinare le parole....

"e adesso???"
"Beh, dai... ormai ci siamo..."
Così Will dà una leggera spinta al portone, per assicurarsi che esso sia chiuso,e poi prova a bussare

mentre will spinge il portone socchiuso questo si apre leggermente mostrando una piccola parte di quello che sembra un hall di entrata molto scuro e logoro...

la leggera cantilena che riempiva l'aria si interrompe bruscamente ai colpi sulla porta, dopo alcuni istanti di silenzio una voce da dietro la porta annuncia

"Avanti! E aperto!"

Titubante Will spinge la porta ed entra, cercando di inquadrare da dove veniva la cantilena

davanti a Will si apre un piccolo Hall di entrata che sembra ever vissuto tempi migliori, i muri ,sono macchiati da muffe e infiltrazioni d'aqua.

La poca luce che filtra dal portone d'entrata ormai aperto non riesce a rischiarare il buio della stanza ma lascia intendere la presenza di una rampa di scale all altro estremo della sala, l'unica altra luce che illumina a malappena questo piccolo hall proviene da una lampada ad olio su ungrosso tavolo in ebano.

Accanto al tavolo Will riesce a vedere una figura che tiene alto il giornale verso la lampada mentre lo legge.
Benche non riesca a vedere il personaggio, con molta difficolta will capisce che il giornale a "La Gazzetta Londinese" uno dei principali giornali della citta,
in prima pagina riesce a vedere un immagine di quella che probabilmente era una volta Elizabeth Stride.
l'unico suono che interropme i battiti della pioggia sulla strada dietro a Will e il periodico fruscio della carta mentre le pagine del giornale sono girate con una monotonia quasi machinale.

lentamente Will si avvicina per vedere meglio la persona che ha di fronte, e le dice " è questo il 23 di providence street?"

Il personaggio vicino alla lampada posa il giornale rivelando un uomo negli inizi della terza eta,
Quest ultimo guarda Will per un istante e poi alzando un sopracciglio in modo scettico risponde con una voce dura e forte

"E quelllo che sta scritto sulla porta! a cosa devo il dispiacere?"

con un sorriso finto Will continua: "ecco, dovrei prendere un oggetto per una certa persona..."
dopo avergli nominato il nome della donna morta Will osserva attentamente un possibile cambio di atteggiamento dell'uomo o della donna lì vicino

L'uomo guarda un secondo Will e poi ritorna a leggere il suo giornle

" Elizabeth Stride, eh? E che affari puo uno come te, che chiaramente non e un poliziotto, avere con la Morta?"