Atto Secondo: L'oscuritá dell' Animo Umano

Le forti campane della vicina chiesa di southwark avevano appena finito di segnare l'arrivo della nona ora. Kelvin si sedette su uno dei bordi del ponte di londra ed addentó il pezzo di pane che era riuscito a farsi regalare da una nobile troppo pietosa... La giornata stava andando male.
Un fremito percorse la sciena di Kelvin mentre la sua mano prendeva dalla sua tascha quella piccola busta biancha che significava tutti i suoi problemi... istintivamente le mani di Kelvin tastarono quella busta, conteneva quello che sembrava essere un quadrato di cartone...

Era stato incompetente, ancora stanco dalla sera prima passata a combattere contro quelli della gang dei coltelli si era subito lanciato per farsi un po dei soldi che aveva perso in scomesse la sera prima.... piu ci ripensava piu era sicuro di non avere fatto nessuno sbaglio! Eppure, eppure, quel uomo bianco l'aveva colto sul fatto.
Colto sul fatto! Una rabbia interiore incominció a nascere nell'animo di Kelvin... colto sul fatto! Lui!
Per fortuna non l'avevano consegnato alla polizia, quel uomo vestito di bianco aveva fatto chiaro che volevano tutti e diue evitare una tale evenineza.. che se gli recapitava, alla stazione di polizia, una certa cosa... magari avrebbero potuto arrivare ad un compromesso.

Aveva acettat... cos'altro avrebbe potuto fare? E adesso si ritrovava con quella busta che aveva fra le mani... Kelvin ricacció con rabbia la busta nella sua tasca, ogni volta che guardava quella busta gli veniva in mente quell'uomo con queglli occhi cosí grigi, quel uomo ed il suo cane nero...
un cane che, a ripensarci, sembró a Will essere piu conesso all'uomo di quanto avrebbe dovuto... non sapeva spiegarlo ma non riusciva a togliersi di mente quell'impressione!

Le mani di Kelvin incontrarono un altro ogetto.
la scatola, se ne era quasi scordato, era riuscito a prenderla da una qualche persona nella folla prima che quell'uomo lo prendesse...
Guardó la scatola esaminandola con piú interesse, era una scatola in legno, tra le molte decorazioni la principale era senza dubbio quel grosso fiore intagliato sul coperchio della scatola... scosse un po la scatola portandosela all'orecchio, non riuscí a capire se ci fosse qualche cosa dentro...
Magari peró avrebbe potuto regalare la scatola a Sophie... sicuramente le avrebbe fatto piacere! Ma prima di tutto doveva riuscire ad aprirla, cosí com'era rimaneva un unico blocco in legno intagliato, il coperchio non si voleva muovere neanche di un millimetro...

Forse Bernard avrebbe potuto aiutarlo.... di queste cose lui se ne intendeva...

Osservando il fiore intagliato su quello che immaginava essere il coperchio della misteriosa scatola, Kelvin fece ancora qualche fallimentare tentativo di aprirla con l'ausilio del suo fidato coltello. Con nervosismo la rimise in tasca e cominciò ad avviarsi verso la stalla di Bernard: ''chissà se quella bella giumenta aveva dato alla luce il suo piccolo...'' Kelvin cominciava a distrarsi dai suoi problemi, fino a quando nn passò davanti a una delle sedi della polizia londinese. Cosa doveva fare? consegnare la busta? lanciarla dentro legata ad un sasso? Magari avrebbe potuto aprirla, chissà cosa conteneva... Kelvin allungò il passo e con fare deciso entrò in delle vie secondarie che conosceva bene. Dopo una ventina di minuti raggiunse finalmente la stalla di Bernard e bussò alla porta che dava sul retro. Sicuramente avrebbe trovato un po' di conforto e anche qualche prezioso consiglio!

Dopo qualche istante la porta si aprí per lasciare passare uno spiraglio di luce nella stalla e la faccia di bernard si affacció...
Dopo avere visto Kelvin l'uomo aprí la porta e guardo il giovane

" Kelvin.... che cosa ti porta a vedermi nella mia stalla? immagino che saresti stato tra la folla e tentare di rifarti delle perdite di ieri sera..."

"ciao Bernard..." disse Kelvin "fammi entrare che fa freddino qui fuori"
Dopo essersi sbottonato la giacca e tolto il cappellino di lana Kelvin si sedette su una sedia vicino all'accogliente focolare.
"In effetti ieri è stata una giornataccia! Oltre alle brutte giocate abbiamo avuto dei problemi con 'I Coltelli'... beh... alla fine hanno fatto conoscenza con Ernie" Un largo sorriso si fece strada tra le sottili labbra di Kelvin mentre ripensava a come Ernie aveva messo in fuga 'I Coltelli'.
"Sai... stanotte non ho dormito granchè. Volevo recuperare un po' di soldi e così ho cominciato a 'lavorare' presto... però... sarà che ero stanco... ma... il punto è che..." Kelvin non sapeva come dirglielo, gli sembrava di prenderlo in giro "...un tizio mi ha colto con le mani nel sacco!"
Dopo essersi finalmente sbloccato Kelvin raccontò tutta la vicenda con minuzia di particolari e come quel cane nero gli sembrasse estremamente importante... sicuramente era solo una sua impressione. Alla fine, con un gesto rapido e appena percettibile prese dalla tasca lo scatolotto e la lettera.
"Ecco: questa è la lettera che mi è stato detto di consegnare" Kelvin sputò quelle parole quasi come se fossero veleno e senza pensarci si trovò con il coltello in mano.
"E questa invece è la scatola che ho sgraffignato, purtroppo non sono riuscito ancora ad aprirla e pensavo che tu avresti potuto darmi una mano... credo che quel fiore sia importante... una specie di scatola rompicapo"
Rilassandosi un po' chiese "Alla fine quella giumenta? Tra quanto darà alla luce il piccolo?"

Bernard ascoltó in silenzio i racconti di Kelvin, a ques'tultimo sembró piu stanco del normale, probabilmente gi aveano dato tanto lavoro rcentemente.
Dopo avare sentito il racconto di Kelvin bernard prere per prima la busta e la guardó con sospetto....
" non ti nascondo i miei pensieri Kelvin, qui ce qualche cosa che puzza, non mi piace questa busta. secondo me potresti esserti cacciato in una cosa piu grande di te.... se andare al commissariato o no e una scelta solamente tua. Considera bene le due parti dell'argomento, non ti nascondo che non mi piacerebbe trovarmi al tuo posto..."

Cambiando discorso di colpo Bernard prese la scatoletta che gli tendeva Kelvin

" Bella scatola, immagino che vorresti regalarla a Sophie. Si, e una scatola di fattura cinese, fatta in ebano...molto pregiata..."

Gli occhi di bernard parvero illuminarsi un secondo

" Un mecchanismo molto complicato... sicuramente un opera fatta a mano, pezzo unico... si probablilmente la chiave sta nel fiore..."

Dopo alcuni isanti Bernard parve ricordarsi del suo invitato, la luce febbrile ei suoi occhi svaní mentre si girava verso kelvin

" E una scatolamolto complicata, sicuramente il contenuto deve essere di grande valore...mi ci vorrá un po di tempo per poterla aprire..
La giumenta invece sembra in buona forma, ancora qualche giorno e dovrebbe portare alla luce del sole...sole, beh diciamo alla luce della nebbia, un fantastico cavallino! Si preannuncia molto lavoro per me questo inverno.... ma dimmi, posso offrirti qualche cosa? un te?"

"Oh si! Mi farebbe proprio piacere!" Disse Kelvin sorridendo. Era felice che Bernard avesse trovato interessante la scatola, ma soprattutto che secondo lui contenesse qualche cosa di prezioso. Sperava solo non fosse qualche foglio di carta contenente nozioni utili solo per chi è capace di leggerle!
"Senti, venendo in qua stavo progettando una cosina per sistemare la facenda della lettera. Volevo chiederti un parere: tu sai che in questo mondo i forti vincono sui deboli e obbligano questi a fare ciò che loro stessi non osano compiere. Ora, stavo pensando, un tipo con un cane mi obbliga a consegnare una lettera... e se io insieme a Ernie recuperassi un ragazzino di un'altra gilda e lo obbligassi a consegnare la lettera al mio posto? Che ne dici?"
Kelvin era tutto contento perchè gli sembrava un'ottima soluzione... la legge del più forte.
Osservava come ipnotizzato la scatola che Bernard tastava con attenzione fino a che il borbottio del suo stomaco non ruppe il silenzio.
"Non è che mi potresti dare anche un pezzetto di pane assieme al te? Sai, è da ieri a pranzo che sono quasi digiuno..."

Bernard, ancora intento ad osservare la scatola cinese alzó lo sguardo su di Kelvin e sembro a ques't ultimo che lo vedesse per la prima volta, dopo alcuni momenti parló, la sua voce era ormai distaccata, era chiaro che stava pensando ad altre cose...

" il te?.. ah il té...Si, il te....cetramente riusciro a trovare qualche cosa per te da mangiare, si certamente, anche se non so quanto ti potró dare.."

Posando la scatola su un tavolo Bernard si alzó e si diresse verso una pentola che aveva sul fuoco, prendendo due tazze le pucció nel liquido marrone che era il te ancora tiepido e poi prese un pezzo di pane con quello che doveva essere stata dempo addietro il resto di una marmellata. Dopo avere posato il cibo ed una tazza davanti a Will Bernard fece per riprendere la scatola cinese per tentare ancora una volta di aprirla poi si fermó un secondo come se si fosse ricordato i qualche cosa e, con lemani che gia lavoravano ad esaminare lascatola.

" Hmmm... e possibile che sia una buona idea.... ma ricordati di fare attenzione... non vorresti farti prendere dai coltelli. sarebbe terribile se oltre ad avervi rubato la bandiera del gangriuscissero a sbarazzarsi di uno de membri piu validi di questo qui..."

Kelvin prese volentieri la tazza dalle mani di Bernard e lentamente si mise a consumare il pasto che gli era stato così gentilmente offerto. Bevendo di gusto il te continuava a pensare al momento in cui si era fatto fregare. Non riusciva ancora a capacitarsene! Che stupido!
Continuava a fissare i tentativi di Bernard di aprire la scatola e una o due volte fu sul punto di dare un consiglio ma decise di starsene zitto, aveva altro a cui pensare. Dopo una decina di minuti si sentì leggermente rinvigorito dal pasto e si accorse solo allora di una cosa che aveva detto Bernard:
"La bandiera della gang?? rubata?? Chi? come? quando? non ne sapevo nulla!"
I pensieri di Keelvin cominciavano ad affollarsi. Non potevano essere giorni così sfortunati. Se erano stati derubati doveva assolutamente far luce sulla cosa! Non gli andava che la sua banda fosse presa in giro.
"Cioè... non è che voglia andare troppo a fondo in questa faccenda... ci sono i più grandi che si occuperanno certamente della cosa... però... Sai chi è stato?" In effetti un''ideuccia cominciava a farsi strada nella sua piccola mente perversa. Avrebbe potuto ritrovare la bandiera e utilizzare il o i colpevoli per la consegna... si... poteva funzionare.

Bernard continuó ad armeggiare con la scatoletta di legno per ancora alcuni secondi prima di rivolgersi a Kelvin coms se ques't ultimo quasi non avesse parlato.

" Si, la bandiera del gang, so che e staa rubata ieri notte, non so da chi e non so neanche come.... se sei interessato credo che i grandi abbiano indotto una riunione di emergenza stamattina..."

Questa proprio non ci voleva. Non sapeva quale sarebbe stata la sua prossima mossa e si prese tutto il tempo necessario per finire il te e per riflettere.
Continuava a osservare i movimenti ipnotici della scatoletta, sembrava sempre ad un passo dall'essere risolta, appariva semplice, così facile ed invitante...
"BERNARD" Kelvin si rese conto solo allora di aver quasi gridato il nome dell'amico
"Scusa, non intendevo urlare, ma sai mi sembra che tu sia ipnotizzato da quell'oggetto... Mi faresti un piacere se lo appoggiassi un momento e mi mostrassi un po' i tuoi magnifici stalloni." disse Kelvin alsandosi in piedi e facendo due passi verso le stalle, poi continuò
"Hai parlato di una riunione, non mi dispiacerebbe andarci, non che mi voglia ficcare in qualche guaio... Ad ogni modo, mi sapresti dire dove e a che ora mi dovrei recare per potervi partecipare?"

Bernard Non sembró accorgersi del tono di voce irato di Kelvin e continuó ancora per qualche istante a esminare la scatoletta poi la posó sul tavolino accanto a se e si rivolse verso Kelvin,

" Scusami Kelvin, e che piu mi rendo conto di quanto sia complicata questa scatoletta piu mi dico che quello che ci sta dentro deve essere preziosizzimo! per creare un ogetto simile ci devono essere voluti anni di studio, sicuramente e un pezzo unico!"

i suoi occhi scintillarono per qualche istante e poi guardó un orologio che era attaccato ad un muro

"Se vuoi prendere parte nella riunione credo che faresti meglio a sbrigarti... mi sembra che stia avvenendo in questo momento all'asilo psichiatrico.... ovviamente potrebbe anche essere stata ritardata se un anziano e in ritardo ma non ci giurerei... sembravano tutti molto preoccupati stamattina..."

"E' adesso?!"
Kelvin scattò in piedi e con pochi lunghi passi raggiunse la porta per la quale era entrato solo pochi minuti prima.
"Scusa se ti lascio così, non sono neanche passato a salutare i cavalli.. Ma devi capirmi, tutti sti avvenimenti sono un po' sospetti e io non intendo rimanere in disparte mentre questi si evolvono!" appoggiò una mano sulla maniglia e stava per aprire ma poi aggiunse:"Tieni pure la scatoletta, ma non perderci troppo tempo sopra. I tuoi affari richiedono la tua attenzione e i miei problemi non sono per forza anche i tuoi!"Con un sorriso spalancò la porta e una volta in strada si calò il berretto bene in testa e si diresse di corsa verso l'asilo psichiatrico.

Mentre Kelvin usicva sentí Bernard che mormorava qualche cosa rispetto all'essere vicino ad una soluzione...

Una volta in strada si diresse rapidamente verso l'asilo psichiartrico di londra. Mentre camminava velocemente sotto il grigio cielo del primo pomeriggio Kelvin si accorse di uno stormo di ucelli che si alzava dal tetto di bernard e si dirigeva verso il centro di Londra a cercare chissá quale cibo raffinato che sarebbe stato buttato via dai nobili...
A passi rapidi attraversó alcune strade poi, decidendo che avrebbe fatto prima passando per i tetti, scaló abilmenteuna scala antincendio e continuó la sua strada su i tetti mezzi distrutti di whitechapel, almeno li avrebbe evitato le folle ed i problemi...

Kelvin mentre attraversava i tetti popolati da gatti albini Kelvin si ricordó della leggenda che circolava per londra, quella leggenda per la quale ogni abitante di londra avrebbe saputo recarsi all'asilo psichiatrico di whitechapel benche non fosse neanche mai entrato nel quartiere...Un fremito gli percorse la schiena mentre arrivava al bordo dell'ultimo tetto prima dell'asilo

Davanti a lui c'era l'asilo psichiatrico di Whitechapel, molte erano le leggende che circolavano sulla sanitá delle persone che abiavano in quel posto... e non parlavano solo dei pazienti... Il grosso edificio imponente e logoro con le finestre sbarrate sembrava costruito apposta per incutere timore. Poche erano le persone sane che ci entravano di loro spontanea volontá, era probabilmente per quello che la Gang aveva scelto di tenerci le riunioni le piu importanti... al riparo da occhi e orecchie indiscrete, Kelvin si ricordó della stanza al terzo piano dove tenevano le loro riunioni, non c'era mai stato ma sul sogetto giravano le leggende piu strane, ma se voleva partecipare alla riunione non aveva altra scelta.

Mentre scendava dalla grondaia arruginita del palazzo per raggiungere l'asilo un cigolio e lento lungo lanció un fremito ghiacciato attraverso le sue membra mentre si accorgeva dell'assenza di quei piccoli miagolii e squittii che tanto caratterizzavano i tetti di londra...

Kelvin aveva sempre cercato di tenersio alla larga da quel luogo malsano. Ora però doveva proprio entrare e per un momento soppesò l'idea di non avventurarsi nell'edificio lasciando perdere la riunione. In fin dei conti lui non era indispensabile.
Dopo qualche minuto che perlustrava la fiancata dell'edificio alla ricerca di una via non troppo impervia per giungere fino al terzo piano decise che la strada migliore era entrare direttamente dalla porta.
Con un sospiro e senza badare troppo all'oscurità di quel posto Kelvin scese dalla grondaia e si diresse al cancello dell'asilo psichiatrico.
Entrato cercò subito le scale e, vedutele, si diresse con passo rapido verso quelle nella speranza di raggiungere il più rapidamente possibile il terzo piano e la sala dove si sarebbe tenuta la riunione.

Una volta saliti i primi gradini che portavano all'ingresso dell'asilo Psichiatrico Kelvin si ritrovó davanti alla porta d'entrata, era fatta in legno massiccio, mentre Kelvin sentí una risata provenire dall'interno si accose di alcune macchie scure sulla porta e con un fremito tentó di evitare di chiedersi quale liquido potesse avere causato quelle macchie e soprattutto in quali circostanze...

La situazione diventava sempre meno invitante e la tentazione di girarsi e correre via si faceva più forte ogni secondo che passava.
Con il suo sguardo indagatore Kelvin cominciò a cercare una via alternativa per entrare... ora il muro non gli sembrava più un'idea così stupida!
Passarono solo pochi istanti e scartò nuovamente l'idea, ma ora non aveva neanche più intenzione di entrare.
"Ci deve pur essere un secondo ingresso" Con questo pensiero a dargli forza Kelvin sgattaiolò via dalla stradina principale e cominciò a cercare attorno all'edificio una via alternativa: una porticina, una finestra non troppo alta, un condotto per il ricambio dell'aria...
"Veloce! Cerca più veloce... ormai dovrebbero avere già iniziato!"

Dopo alcuni istanti Kelvin si accorse che, anche se fatiscenti, i tubi della grondaia magari avrebbero potuto fornirgli abbastanza supporto per arrivare al teto... forse li avrebbe potuto trovare una via d'entrata? anche se.... Forse quella griglia davanti la finestra nel dietro dell'asilo psichiatrico, esposta al vento e alle intemperie avrebbe ceduto con un po di forza...