L'Universo Perduto di Thariainos
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La leggenda di Tamiarntir, la maschera verde.

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Messaggio  Kincajou Dom Gen 20, 2008 12:49 am

Venite, venite signori, vedo che non siete interessati alle leggende comuni, alle dicerie del popolo, alle storie metropolitane! Si vede nei vostri occhi che avete visto l’inferno e ne siete ritornati, si vede nei vostri occhi che cercate informazioni, potere ,mistero e leggenda…
Venite, venite… siete arrivati nel posto giusto! Vi raccontero la fantastica leggenda della maschera di smeraldo,la ridente, la preziosa, la magica Tamiarntir!


Tutto incomincio non lontano da qui, sopra ad un grande Naxir, ai confini di un immenso deserto. L’ora e tarda ed il tempo peggiora a vista d’occhio, si riesce a distinguere un immagine che si staglia nella pioggia…e qui incomincia la nostra storia!


L’uomo ed il suo cavallo arrivano finalmente ad un centro abitato,la pioggia incomincia gia a cadere, se quegli uomini delle sabbie avevano ragione questa tempesta sarebbe durata molto a lungo, troppo a lungo per i suoi piani….L’uomo scende da cavallo, il suo mantello grigio strappato in numerosi punti lo segue come un ombra coprendo il resto del suo abbigliamento e proteggendolo dalla pioggia. L’uomo tira fuori da una delle numerose sacche addossate sul cavallo una cartina, almeno questa era riuscita a salvarla da quel maledetto tempio, questa ed alcune gemme… sputa per terra disgustato ed avanza.
Davanti a lui si intravede a malapena il segnale d’entrata della citta, un grosso pannello un legno massiccio, una volta prestigioso, adesso…adesso la vernice si e quasi completamente scrostata ed il legno sta marcendo, il nome rimane pur sempre visibile, scritto in caratteri gotici, ma pur sempre in comune…
Vhalnaki
Vhalnaki, che nome strano, non sembra derivare da nessuna lingua e da tutte a lo stesso tempo, in che posto e capitato? L’uomo osserva la mappa che tiene in mano per qualche istante. Inutile, ovviamente, questo posto doveva essere nato dopo la creazione di questa cartina…L’uomo prende le redini del cavallo, non a tempo da perdere, se era stato abbastanza fortunato quelli della mano di cenere erano stati fermati da questa improvvisa tempesta. L’uomo si lascia scappare una risata, la fortuna, di certo non l’aveva aiutato negli ultimi giorni... Mentre avanza tra le grandi case in legno del villaggio scorge una locanda, decadente quanto il villaggio, decadente quanto l’entrata…In che posto e finito?
Una volta attraversata l’entrata della locanda i suoi sensi sono assordati a odir e suoni che aveva scordato, davanti a lui si staglia un piccola saletta, un uomo con uno strumento a corde sta suonando in un angolo, un gruppo di tre esseri, uno gnomo, un nano ed un gobelin stanno giocando a dadi con somme poco consistenti, i dadi sono chiaramente truccati, in fondo a la sala un oste sta dormendo dietro un bancone, il suo grembiule macchiato di birra, sudore, grasso e chissà cos’altro riecheggia le condizioni della locanda, le stanze non devono essere molto meglio, tutti anno almeno un coltello a portata di mano… L’uomo si avvicina al bancone, attirando l’interesse generale, mette una mano sotto la tunica ed estrae cinque monete d’argento.
“Uomo, portami qualche cosa da bere e da mangiare sono giorni che viaggio e sono stanco” l’oste si sveglia, sta per dire qualche cosa all’uomo poi vede le monete d’argento, ci ripensa, tira fuori una birra e ritorna a dormire…
Lo gnomo si avvicina dopo aver preso le sue vincite, che dovevano essere molto vicine ai soldi che aveva all’inizio, nessuno e stato trapassato da un pugnale. L’uomo lo osserva da sotto al suo cappuccio grigio, lo gnomo e vestito in indumenti da fabbro, i suoi vestiti sono sudici, come la locanda, come il paese, come l’insegna del paese, quello che marca di piu pero e l’occhi sinistro dello gnomo, al posto dell’ occhi ce una lunga cicatrice e nella cavità oculare e stato inserito quello che sembrerebbe un occhio meccanico….Lo gnomo parla con una voce decisa, decisa ma decadente…decadente, come il villaggio.
“buona sera viandante, non riceviamo molte visite da queste parti lo sa?”.
“Me lo immaginavo, in un posto cosi sperduto…mi sorprende che si sia sviluppato un villaggio qui”
“molte cose potrebbero sorprenderla, per esempio, tutti gli abitanti di qui sono tra i piu possenti maghi e artigiani del mondo conosciuto, e di buona parte di quello sconosciuto”
“cosa ne sai tu del mondo sconosciuto?”
“Io vengo dal mondo sconosciuto!”
“e impossibile….gli abitanti del mondo sconosciuto sono morti tutti migliaia di anni fa!...a meno che”
lo gnomo sorride
“come o gia detto molte cose potrebbero sorprenderla, per esempio molti anni fa questo villaggio che vede ora stava alle porte della citta piu prestigiosa del mondo aereo! Modestamente, posso anche dire che ero il miglior fabbro del mondo”
Mentre lo gnomo finisce la frase la porta in legno marcio della locanda va a sbattersi contro il muro, frantumandosi sul colpo….un cavaliere in armatura completa con una maschera bianca sulla faccia, un mantello color cenere che riecheggia il colore del guanto destro di ques’t uomo…ed i suoi occhi, sta all entrata e parla direttamente al primo uomo…finalmente ti abbiamo trovato! Non puoi piu scapparci ora.
Il primo uomo impreca e sguaina la spada, si prepara a la battaglia e questa volta, senza magia, senza uomini delle sabbie, la sua folle corsa potrebbe essere finita…
Un coltello d’argento va a conficcarsi direttamente nel cuore del cavaliere, costui emette un grido soffocato e cade a terra morto. Mentre una macchia di sangue si forma sotto al corpo, il gobelin lo gira e con uno strattone riprende il suo pugnale…
“Mani di cenere, che pezzi di merda!” sputa sul cadavere poi tutti i presenti si girano verso l’uomo.
Lo gnomo e il primo a parlare, “non sappiamo perché ti danno la caccia e non sappiamo chi sei, ma il nemico dei nostri nemici e il nostro alleato, quella era solo un guardia in avanscoperta tra qualche ora ne arriveranno degli altri…tu devi scappare”
Si, scappare, sono giorni che non fa altro, e per cosa? Se ripensa alla sua missione gli viene quasi da ridere, che idealismo folle…poi gli viene in mente un idea, forse…forse…
L’uomo tira fuori da sotto il suo mantello gli smeraldi trovati nel tempio assieme ad alcuni lingotti di Mithral
“Si, devo scappare, scapperò nel deserto verso Est, ma voi potete ancora fare qualche cosa per me, avete detto che siete un fabbro, allora create una maschera di smeraldo con questo smeraldo e questo mithral, imponeteci questo sigillo” dice l’uomo mentre tira fuori un sigillo sopra ad il quale e disegnato un uccello bianco, una delle mitiche creature leggendarie “poi ritornero a prenderlo, o qualcuno con questo sigillo lo farà…tenete per il disturbo”
L’uomo molla un sacchetto pieno di monete di platino sopra al bancone e poi esce, sale sul cavallo e parte verso Est attraverso il deserto….
Due ore dopo arrivano al villaggio le mani di cenere, trovano soltanto alcuni vecchi abitanti del villaggio, uno gnomo mezzo cieco che lavora ad una fucina, ed un cavallo di uno dei loro uomini…capiscono rapidamente che meno domande fanno e maglio e, lanciano i falchi che trovano una pista verso Est.
In un ora le mani di cenere passano dal villaggio e partono verso est abbandonandosi Vhalnaki ale spalle.
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